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  1. Ciao a tutti, dato che ho da poco sostituito dischi, pastiglie e sensore freno della mia MINI Cooper SD F55, ho pensato fosse cosa buona e giusta fare una guida così che anche qualcuno con una buona manualità e gli attrezzi giusti possa fare il lavoro a casa. Prima di tutto ci tengo a precisare che NON SONO UN MECCANICO DI PROFESSIONE (disclaimer in fondo al post), ma alle spalle ho qualche anno di esperienza di manutenzione di auto e moto e ho avuto dei validi insegnamenti. Quindi, se qualcuno più "sgamato" di me conoscesse un modus operandi migliore, scriva pure un commento qua sotto così possiamo imparare tutti a fare al meglio questa manutenzione di routine! Inizio con il materiale acquistato: ho deciso di montare un kit Brembo consigliato da un rivenditore della mia zona. Qua sotto i codici prodotto: Dischi lisci Brembo: 09C34911 Pastiglie Brembo: P06092 Sensore usura Brembo: A00509 Dunque, per questa sostituzione non ho utilizzato il carro ponte, è comodo lavorare anche con un cric idraulico e una colonnetta di sicurezza dato che non bisogna fare chissà quali particolari operazioni. IMPORTANTE: se avete rabboccato l'olio freni, prestate particolare attenzione perchè, schiacciando il pompante per inserire le nuove pastiglie, molto probabilmente si verificherà una fuoriuscita di liquido dalla vaschetta e, visto che l'olio freni non è il massimo che fluisca libero nel vano motore, è il caso che togliate una piccola quantità d'olio dalla vaschetta (con una siringa grossa in genere ce la si fa). Controllate sempre il livello quando avete terminato una ruota e passate all'altra e a lavori ultimati. La vaschetta si trova nel vano motore; sotto il parabrezza lato guida, appena dietro il duomo, c'è una protezione che si toglie con un cacciavite piatto e una chiave (se non sbaglio) da 10 (vedi foto). Prima di tutto fermate la vettura in un luogo in piano, freno a mano e marcia inserita, allentate i bulloni ruota lato guida, alzate la vettura e rimuovete la ruota. Non è necessario smontare la pinza dal supporto in caso di cambio disco+pastiglie perchè, dovendo smontare il supporto pinza dal mozzo per rimuovere il disco, si riuscirebbe a sfilare le pastiglie usurate senza problemi; inserisco comunque queste operazioni nel caso qualcuno debba cambiare solo le pastiglie e il sensore usura. Dunque, iniziamo. 1. Sfila il sensore dalla pastiglia usurata per non avere imbrogli di sorta. 2. Svita il bullone indicato con chiave 13, tieni fermo il perno di guida con chiave 17 e libera la pinza dal supporto. NB: non serve svitare tutti e due i bulloni che fissano la pinza al supporto, io riesco a cambiare tutto svitando solo quello inferiore. Se comunque si vuole essere più comodi si possono rimuovere entrambe. 3. Solleva la pinza verso l'alto facendo attenzione a non piegare troppo il tubo idraulico. 4. Comprimi il pompante con l'attrezzo apposito (oppure usa un morsetto ma fai attenzione alla protezione a soffietto dello stelo del pompante). 5. Sfila le pastiglie usurate. 6. Svita i due bulloni di fissaggio del supporto pinza con una 18, possibilmente una bussola esagonale così da non rovinare l'esagono e fissa la pinza alla molla dell'ammortizzatore con due fascette temporanee almeno non dà fastidio mentre sostituisci il disco e non pieghi il tubo idraulico. 7. Svita il bullone di blocco del disco con una brugola da 6 e sfila il disco dal mozzo. 8. Ora che senza disco abbiamo spazio, sostituisci il sensore. Svita il bullone con una chiave da 8 e sgancia con attenzione la clip. Nella foto puoi notare che la clip è composta di un perno e una parte che lavora in espansione e blocca il tutto. Con un cacciavite piatto, (o con l'attrezzo apposito se ce l'hai), cerca di fare leva con delicatezza finchè il perno si solleva e permette all'altra parte di liberarsi, allentando la presa sulla lamiera sottostante. 9. Sotto il passaruota vedrai questi due connettori, sgancia dal supportino in plastica il giunto nero e grigio, solleva leggermente la clip di blocco e scollega le due estremità. Ora sostituisci il sensore vecchio con il nuovo e riposiziona il giunto nel suo supportino. 10. Ora io ho porovveduto a verificare che il sensore fosse a posto resettando l'errore del C.d.B. Per fare questo sono dovuto salire in macchina però fai attenzione: io in casa ho e utilizzo un cric idraulico GROSSO e STABILE (mio nonno lo utilizzava per i camion) e in genere, se non sono di corsa, posiziono sempre anche una colonnetta di sicurezza (è un di più ma non si sa mai). Se usi un cric piccolo fai il reset alla fine di tutto, quando hai già montato la ruota e l'auto è a terra, almeno non rischi nulla. Il reset dell'avviso nel C.d.B. si esegue così (incollo la guida che ho seguito e aggiungo le foto del tachimetro): A. Accendere il quadro B. Premere e tenere premuto il pulsante dei km in basso a destra sul tachimetro C. Attendere 10 secondi, apparirà sullo schermo in ordine di priorità le voci di servizio da ripristinare D. Scorrere il menù premendo il pulsante dei km e selezionare il reset richiesto E. Premere e mantenere premuto il pulsante dei km per circa 3 secondi F. Rilasciare il pulsante G. Apparirà sul display la voce "Effettuare reset?" H. Premere e tenere premuto di nuovo il pulsante dei km per circa 3 secondi per avviare la procedura. I. Voce di servizio ripristinata, se necessario procedere alla medesima maniera per ripristinare le altre voci dei service 11. Il sensore funziona, quindi possiamo montare il resto. Lava con diluente nitro oppure benzina il disco nuovo per eliminare l'olio di protezione; mi pare inutile dire che questa cosa sia da fare non bene ma BENISSIMO. Asciugalo e dagli una soffiata con aria compressa così non ci sono depositi nei canali di ventilazione. 12. Spazzola con una spazzolina di ferro oppure passa la carta vetro fine sul mozzo per eliminare eventuale ruggine e poi posiziona il disco, fissandolo con la brugola da 6 (nel pacco brembo c'è una vite nuova per ogni disco, meglio usarla!). 13. Taglia le fascette provvisorie e fissa di nuovo il supporto pinza al mozzo con la chiave da 18; io ho messo un goccio di frenafiletti medio sul filetto e ho chiuso i due bulloni con la dinamometrica tarata a 110Nm. 14. Posiziona le nuove pastiglie (mantieni quella con la scanalatura del sensore verso l'interno). 15. Inserisci sensore e molletta con il dentino verso il disco (vedi foto). 16. Avvita il bullone oppure i due bulloni (vedi passaggio 2) con chiave 13, tieni fermo il perno di guida con chiave 17 e blocca la pinza sul supporto. Questi bulloni sono forniti con le pastiglie e hanno già il frenafiletti, se manca è buona norma metterne un goccio. Se hai tolto un solo bullone come fa il sottoscritto, verifica comunque il serraggio dell'altro. Et voilà, freno lato guida ok. Per il lato passeggero esegui le stesse operazioni tranne per quanto riguarda il sensore, c'è solo dal lato guida. SUPER-IMPORTANTE: quando hai rimontato tutto (se avete i cerchi in lega chiudete i bulloni ruota a 130-140Nm) controlla il livello olio freni, sali in auto, metti in moto e a vettura ferma schiaccia il pedale del freno finchè ritorna alla sua corsa abituale. Questa operazione consente di avvicinare le pastiglie al disco, se non la fai chiaramente le pastiglie non toccano il disco e l'auto NON FRENA! Dopo aver fatto questo, controlla per l'ultima volta il livello liquido freno, nell'eventualità rabbocca, rimonta la protezione e l'auto è a posto. Sarebbe meglio fare sempre un pò di rodaggio all'impianto, fai qualche frenata in un piazzale per stabilizzare l'impronta della pastiglia sul disco ed evita di surriscaldare l'impianto nei primi km. Ad oggi ho percorso 1400km da questa sostituzione e non riscontro alcun problema. Buon Lavoro! Disclaimer: questo post contiene solo raccomandazioni generali che possono esserti utili quando esegui lavori di riparazione o sostituzione. Il sottoscritto non è responsabile per eventuali perdite, lesioni, danni di proprietà acquisiti nel processo di riparazione, sostituzione, uso scorretto o errata interpretazione delle informazioni fornite. Il sottoscritto non è responsabile per eventuali errori o incertezze presenti in questa guida. Le informazioni fornite sono solo a scopo informativo e non possono sostituire la consulenza di specialisti, in poche parole se sei incerto AFFIDATI AL TUO MECCANICO DI FIDUCIA.
  2. Gabry

    MINI Showroom

    Queste foto mostrano un concessionario MINI nelle prime fase di rinascita del marchio. I concessionari MINI erano famosi per le loro decorazioni colorate, in stile moderno-minimalista, e per il grande impiego del metallo e delle pareti interne di colore nero. Peccato che al giorno d'oggi gli showroom MINI siano diventati super anonimi e spenti, con gli interni completamente bianchi, speriamo che cambino idea .
  3. Gabry

    Oxford Plant

    Immerso nel cuore di Oxford, una città nota per la sua ricca storia e il suo mondo accademico, c'è un luogo che combina innovazione, stile e tradizione in un modo unico e accattivante. Questo posto è il MINI Plant Oxford, la casa della MINI. Lo stabilimento, che copre un'area di oltre 300.000 metri quadrati, produce MINI dal 1964, diventando così l'impianto di produzione MINI più antico e più grande al mondo. È anche l'unico luogo in cui vengono prodotte tutte le MINI, dalla Hatch a tre porte al SUV Countryman. Il MINI Plant Oxford non è solo un impianto di produzione, ma una testimonianza dei valori e dei principi MINI. L'azienda, acquisita da BMW nel 1994, pone una forte attenzione alla sostenibilità, all'innovazione e alla qualità e questi valori si riflettono in ogni aspetto delle operazioni dello stabilimento. Una delle cose più impressionanti del MINI Plant Oxford è il livello di automazione ed efficienza che ha raggiunto. Lo stabilimento è dotato di sistemi robotici e linee di assemblaggio all'avanguardia in grado di produrre fino a 1.000 MINI al giorno, con una forza lavoro di circa 4.500 persone. Questo elevato livello di automazione garantisce che ogni MINI che esce dalla linea sia della massima qualità, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale del processo di produzione. Ma ciò che distingue davvero il MINI Plant Oxford è il modo in cui unisce tradizione e innovazione. Ad esempio, la classica MINI veniva prodotta nello stabilimento dal 1964 e il processo di costruzione è rimasto sostanzialmente invariato nel corso degli anni. Gli operai utilizzano ancora strumenti e tecniche tradizionali, come martelli e cacciaviti, per assemblare le auto, il che conferisce a ogni MINI un tocco unico e personale. Il MINI Plant Oxford è inoltre impegnato nella sostenibilità e nella riduzione del proprio impatto ambientale. L’impianto ha investito molto nelle energie rinnovabili e ora genera oltre il 10% della sua elettricità da pannelli solari e turbine eoliche. Ha inoltre implementato una serie di misure di risparmio energetico, come l’illuminazione a LED e i motori ad alta efficienza, che hanno contribuito a ridurre le emissioni di carbonio. È molto più di un semplice impianto di produzione. È anche un centro di innovazione e tecnologia, con una serie di progetti di ricerca e sviluppo all’avanguardia attualmente in corso. Ad esempio, l’impianto sta attualmente sperimentando l’uso della stampa 3D per produrre parti di automobili, che potrebbe ridurre significativamente la quantità di rifiuti ed energia necessari nel processo di produzione. In conclusione, questo luogo è una testimonianza dei valori e dei principi MINI. Unisce tradizione e innovazione, sostenibilità ed efficienza ed è un fulgido esempio di ciò che si può ottenere quando un'azienda è impegnata nella sua missione e nei suoi valori. Che tu sia un appassionato MINI o semplicemente qualcuno che apprezza il design e l'ingegneria, una visita allo stabilimento MINI di Oxford è un'esperienza da non perdere.
  4. La MINI JCW Challenge Edition, possiede alcune personalizzazioni tecniche - come il sistema di scarico con valvola a farfalla John Cooper Works Pro con comando Bluetooth 4.0 - e da ferma raggiunge i 100 km/h in soli 6,1 secondi, grazie a 231 CV e 320 Nm di coppia. Arriva a 246 km/h ed ha un rapporto peso/potenza di 5,5 kg/CV. La MINI John Cooper Works Challenge Edition “numero 00” rimarrà di proprietà di MINI Italia, mentre gli altri esemplari della serie limitata (in totale 35) saranno nelle Concessionarie MINI a partire dalla seconda metà di maggio ad un prezzo ancora da comunicare. Il look esalta il mondo John Cooper Works La MINI Challenge Edition di certo non passa inosservata, con i paraurti anteriori e posteriori in rosso, dettagli che sono stati studiati per evidenziare le caratteristiche proprie della John Cooper Works, ad esempio sul tetto la classica Union Jack è stata ripensata in una tonalità rosso su rosso in negativo. Il nero invece è stato usato per la calandra anteriore e le cornici decorative per i gruppi ottici anteriori e posteriori. Infine, per richiamare il mondo delle competizioni sulla portiera lato guidatore c’è il numero progressivo bianco in doppia cifra con cornice nera. Gli interni sono in pelle con sedili sportivi John Cooper Works e come ogni serie limitata che si rispetti c’è una targhetta (stavolta in alluminio spazzolato) sulla plancia lato passeggero che riporta la numerazione (numeri da 01/37 a 37/37, saltando i numeri 13/37 e 17/37). Suona un’altra musica Il look sportivo è completato dalla presa d’aria del cofano in carbonio JCW Pro, dal sistema di scarico, dai terminali in carbonio e dallo spoiler paraurti anteriore con Black Band anteriori stampate a iniezione, mentre il diffusore posteriore è realizzato in poliuretano. Ma le personalizzazioni tecniche riguardano soprattutto il sound. Sulla MINI John Cooper Works Challenge Edition c’è il sistema di scarico con valvola a farfalla John Cooper Works Pro con comando Bluetooth 4.0 che ne enfatizza il carattere sportivo con le modalità Sport e Track. La prima è omologata per l’uso stradale, mentre la seconda è riservata ai circuiti.
  5. Gabry

    MINI Facts

    Nel 1959 la primissima MINI non aveva la radio, il creatore dell'auto, Alec Issigonis, era un accanito fumatore, quindi utilizzò lo spazio per un posacenere molto grande. Ci sono stati molti nomi per la MINI Company. Iniziano come Austin, poi Morris, Cooper e ora fanno parte della BMW. La regina Elisabetta II nominò cavaliere l'uomo che inventò la Austin MINI circa 10 anni dopo averla creata. Il numero record di persone mai stipate in una MINI è di 28. È stato un nuovo Guinness World Record nel 2012. John Cooper, l'inventore dell'auto di Formula 1, è la persona da cui prende il nome la MINI Cooper. Creò la versione sportiva della MINI nel 1961. La MINI originale fu venduta per circa £ 497 nel 1959. All'epoca sarebbero stati circa $ 1800. La MINI Clubman è stata progettata e lanciata per la prima volta nel 1969 ed è ancora oggi venduta nella sua versione aggiornata a trazione integrale. L'ultima MINI Cooper costruita nel suo stile classico fu acquistata da Kevin Spacey. Ha pagato $ 130.000 per questo. Marc Bolan della band T-Rex è stato ucciso a bordo di una MINI 1275 GT quando è uscita fuori strada andando a sbattere contro un palo in acciaio. Le tasche nella porta erano destinate alle mappe? No. Erano pensati per una bottiglia di gin e diverse bottiglie di acqua tonica. La MINI ha una storia di successi nelle corse, con vittorie notevoli nel Rally di Monte Carlo e nel British Touring Car Championship. La sua manovrabilità agile e le dimensioni compatte ne fanno una forza da non sottovalutare in pista. Nonostante la MINI moderna venda in quantità enormi, progettata secondo i più alti standard, prendendo tecnologie anche da categorie ben più alte, ed è un'automobile estremamente desiderabile, la MINI non ha mai vinto il premio di Auto europea dell'anno! Paddy Hopkirk era solito guidare una MINI F56. Nella fabbrica di Oxford sono impegnate circa 4500 persone per la realizzazione delle nostre amate MINI.
  6. Gabry

    MINI RECHARGED

    Tutto il carattere della MINI classica con un motore completamente elettrico! Nato da un team dedicato nello stabilimento di Oxford, il progetto MINI Recharged dà nuova vita all’ icona originale... NUOVA VITA AL VECCHIO Con MINI Recharged, è possibile convertire le MINI classiche sostituendo il motore tradizionale con uno completamente elettrico. Il fascino conservato con cura e il pedigree storico si combinano con una trasmissione silenziosa, un'accelerazione istantanea da go-kart, un'autonomia di circa 100 miglia (160km) e cosa più importante zero emissioni di guida. È davvero il meglio di entrambi i mondi! ECONOMIA CIRCOLARE usa meno, riutilizza di più e minimizza gli sprechi, in questo modo ri-darai vita a un icona dell’automobilismo, portandola nel nuovo millennio, e potendola utilizzare senza limitazioni dato che è elettrica. QUANDO E’ NATO IL PROGETTO? La MINI Electric classica è stata costruita nel 2018 e presentata al New York Auto Show. Le reazioni sono state così positive che un team dedicato del MINI Plant di Oxford si è messo al lavoro e ha sviluppato il piano per rendere disponibile un'offerta dedicata ai clienti che possiedono una MINI classica. COME SI GUIDA? Il carattere della MINI originale rimane invariato, cambia solo il sound che non c’è più. COME E'? Esteticamente rimane esattamente la MINI classica che siamo abituati a vedere, la distribuzione dei pesi passa dai 63:37 originali a 53:47, il peso rimane molto simile al originale circa 550-600kg (varia in base all’allestimento). La potenza del motore varia in base alla versione si parte da 75cv (versione Pure 0-100 in 11,5s) e si può arrivare a 97cv (versione Sport, 0-100 in 8,5s), il pacco batterie per entrambe è da 19 kWh, autonomia è di circa 160 Km Con un caricabatterie di tipo 2, impiega 3 ore per caricarsi completamente o 9 ore quando è collegata a una presa domestica.
  7. Ciao a tutti, oggi nel 2023, con tutte le novità che sono arrivate nel mondo MINI e quelle che arriveranno nel 2024 ci vogliamo fermare e guardare al passato, perché abbiamo notato che ultimamente le “vecchie” MINI R50, R53, e R52 stanno diventando auto sempre più richieste, i prezzi di mercato sono leggermente aumentati, incominciano ad avere circa 20 anni e quindi sono diventate delle YOUNGTIMER! Fino ad ora sono ancora auto per tutte le tasche, si parte da circa 2000 per una R50 Cooper fino ai 3.500 Euro per esemplari migliori e in condizioni originali, si sale di livello per le R53 Cooper S, arrivando anche a circa 5-6.000 Euro per quelle in buone condizioni, più alte ancora sono le valutazioni per le R53 JCW e le GP (ma li sono praticamente delle auto da corsa con la targa). Un altro suggerimento che possiamo darvi è quello di scegliere tra una di queste, una versione speciale o commemorativa come la “Seven”, “Checkmate”, “ParkLane”, “SideWalk”, oppure potreste prenderne una e fare una replica fedelissima di una delle 3 MINI del film “The Italian Job” del 2003. Un bell’aiuto ci viene incontro anche dall’Italia, perché in alcune regioni è possibile iscrivere al registro ASI (auto storiche italiane) anche le auto con 20 anni di età, e di conseguenza ricevere dei vantaggi economici come assicurazione e bollo ridotti. Non vogliamo illudere nessuno dicendo che sono auto che si rivaluteranno in maniera esponenziale , è ancora troppo presto! ma crediamo che investire cifre di questo ordine in una di queste MINI sia una buona idea, anche perché oltre ad investire del denaro, e avere un icona in garage, si porta a casa anche un auto superdivertente che vi stamperà un sorriso sulla faccia ogni volta che la guiderete, e che potrete customizzarla all'infinito grazie agli accessori originali MINI che potrebbero aumentarne addirittura il valore in alcuni casi. D’altronde se la MINI esiste ancora oggi è anche grazie a questa prima reincarnazione BMW che mescolando la tradizione con l’innovazione è riuscita a conquistare gli automobilisti per la seconda volta.
  8. Gabry

    MINI Rules

    Le MINI rules! Sono delle piccole “regole” o “usanze”, chiamatele come volete, che è bello ricevere o scambiare con altri MINISTI che troviamo per strada o ai raduni. Sono molte diffuse in USA, speriamo di riuscire a portarle anche in Italia in modo da rendere più legata la comunità MINI del nostro paese.
  9. Gabry

    Motori Chrysler Tritec

    La storia di questo motore ha inizio nel 1997, quando il colosso automobilistico statunitense Chrysler e la britannica Rover, all'epoca di proprietà della BMW, diedero inizio ad una joint-venture volta alla realizzazione di un motore di dimensioni contenute che andasse ad equipaggiare alcuni modelli dei due gruppi. A tale scopo venne costruito uno stabilimento in Brasile, precisamente a Curitiba. Il motore Tritec è imparentato con il 2 litri utilizzato sulla Chrysler Neon, ma è di dimensioni più contenute. Le tre varianti in cui è previsto sono infatti un 1.4, un 1.6 ed un 1.6 con compressore volumetrico. La produzione del motore Tritec è partita nel settembre 1999. Caratteristiche Il motore Tritec è un 4 cilindri in linea con blocco motore in ghisa e testa cilindri in lega di alluminio con distribuzione ad un solo albero a camme in testa, ma con testata a 4 valvole per cilindro. Le valvole sono mosse dall'albero a camme per mezzo di punterie idrauliche e bilancieri. La centralina utilizzata è in tutti i casi una Siemens EMS 2000, che tra l'altro va a governare il corpo farfallato a controllo elettronico e l'iniezione di tipo multipoint. Di seguito vengono illustrate le caratteristiche delle 2 versioni montate sulle MINI di prima generazione. Tritec 1.6 litri aspirato Questa versione è una variante a corsa allungata del Tritec 1.4. Fermo restando l'alesaggio a 77 mm, la corsa è stata fatta passare da 75 ad 85.8 mm. La cilindrata totale è quindi salita a 1598 cc. Questo motore è stato proposto in due varianti di potenza e coppia. La prima variante eroga 90 CV a 5500 giri/min, con una coppia massima di 140 N·m a 3000 giri/min ed è stata montata su MINI One per tutti i mercati tranne quello greco e quello portoghese. La seconda variante eroga invece 116 CV a 6000 giri/min e 149 N·m a 4500 giri/min. è stata montata sulla MINI Cooper; Tritec 1.6 SC (Supercharged) Questa versione è la variante sovralimentata della precedente: la sovralimentazione avviene tramite l'impiego di un compressore volumetrico Eaton M45. Inizialmente la potenza massima era di 163 CV a 6000 giri/min, con un picco di coppia di 210 N·m a 4000 giri/min. Successivamente, a partire dal 2004, tale motore ha beneficiato di un leggero incremento di potenza, raggiungendo i 170 CV a 6000 giri/min, mentre la coppia massima ha raggiunto i 220 N·m. Tale motore è stato montato sulla MINI Cooper S prodotta tra il 2002 ed il 2006. Nel 2003 tale motore si è piazzato al primo posto nella categoria 1.4-1.8 litri nell'International Engine of the Year. Nel 2005 si è piazzato tra i primi 10 migliori motori in circolazione.
  10. Gabry

    MINI Clubvan (2013)

    Dopo il rilancio del brand, MINI conquista per la prima volta un posto fisso anche nel settore dei trasporti commerciali. MINI Clubvan si posiziona come la punta di diamante nelle flotte delle aziende moderne che desiderano esprimere il loro stile personale e la loro qualità premium anche nella consegna delle merci. Inoltre, MINI Clubvan introduce il tipico divertimento di guida MINI anche negli spostamenti professionali nei centri urbani. Equipaggiata con due posti, cinque porte e molto spazio nella sezione posteriore, MINI Clubvan si è qualificata per affrontare anche i compiti di trasporto più particolari nel settore professionale e, naturalmente, anche per fare qualche giro alla fine della giornata lavorativa. MINI Clubvan si presenta così come il modello ideale per l’uso professionale e il successore della MINI Morris Van, introdotta nel 1960 e offerta sul mercato fino al 1986. Già in passato l’utilizzo particolarmente creativo dello spazio tipico del marchio veniva apprezzato molto anche da guidatori che usavano la vettura come mezzo di trasporto commerciale. Il criterio di praticità veniva soddisfatto grazie a un passo allungato di dieci centimetri rispetto alla MINI classica e a un portellone posteriore bipartito. La MINI Clubvan ha trasferito questo concetto al XXI° secolo con la massima professionalità. L’aumento del passo determina anche nella nuova edizione una superficie di carico più grande e la Split Door funge da punto di accesso principale alla sezione cargo. Il primo furgoncino compatto del mondo nel segmento premium ha in comune con la MINI Clubman il passo allungato, inoltre le dimensioni esterne, cioè una lunghezza di 3.961, una larghezza di 1.683, un’altezza di 1.426 e un passo di 2.547 millimetri. Anche la caratteristica Clubdoor al lato destro della vettura aumenta ulteriormente la funzionalità: essa offre infatti un accesso veloce e confortevole alla merce depositata dietro i sedili di guidatore e passeggero. In più, la MINI Clubvan si distingue per offrire un carattere individuale con una missione precisa. Rinunciando ai sedili della zona posteriore, il concetto punta con coerenza alla massimizzazione del volume di trasporto. Il vano di carico misura 115 centimetri di lunghezza e nel punto più stretto, direttamente dietro l’apertura del bagagliaio, una larghezza di 102 centimetri. Dietro i sedili di guidatore e passeggero è stato inserito un elemento di separazione, montato fisso alla carrozzeria, composto nella sezione inferiore da alluminio massiccio e nella parte superiore da una rete di acciaio inossidabile. Questo elemento assicura che nemmeno in caso di frenate particolarmente intense gli oggetti depositati nel vano di carico non scivolino in avanti, verso gli occupanti. Inoltre, questa soluzione favorisce l’utilizzo completo del bagagliaio dal volume di 860 litri perché permette di caricare della merce fino sotto il tetto della vettura. Il carico massimo della MINI Clubvan è di 500 chilogrammi. Altrettanto pratico ed elegante è il rivestimento del piano di carico completamente piano e delle sezioni laterali in una pregiata moquette. Sei occhielli di fissaggio inseriti nel fondo lungo i bordi del vano di carico offrono la possibilità di bloccare oggetti da trasportare dalla lunghezza, altezza e larghezza differenti, così da evitare degli spostamenti indesiderati. L’intero cielo del tetto della vettura è colore antracite. Due faretti supplementari inseriti nel vano di carico illuminano la merce. Delle prese della corrente da 12 Volt integrate nel vano di carico assicurano l’approvvigionamento di equipaggiamenti supplementari ad alimentazione elettrica. Durante la guida e le sue varie tappe, nella MINI Clubvan la merce è protetta da sguardi troppo curiosi. A questo scopo, i cristalli laterali posteriori e la Clubdoor sono stati sostituiti da coperture laterali, combinate con cristalli scuri nelle portiere del bagagliaio. All’interno, le superfici dei cristalli laterali sono state rinforzate con uno strato di policarbonato mentre all’esterno sono state verniciate nel colore della carrozzeria. Questo crea una forma di personalizzazione completamente nuova. Infatti, le fiancate di una vettura sono il posto ideale per applicare la scritta con il nome della ditta oppure il logo del marchio. La MINI Clubvan svolge così anche il ruolo di attraente mezzo pubblicitario che si muove nel traffico della città. Indubbiamente, la vettura è un testimonial dell’attenzione dedicata dall’azienda allo stile. Le vernici esterne della MINI Clubvan sono disponibili nei colori Pepper White e Ice Blue, nonché Midnight Black metallizzato. In alternativa ai cerchi di serie da 15 pollici con styling dei raggi Delta Spoke, offerto in esclusiva per la MINI Clubvan, sono fornibili come optional anche dei cerchi in lega nelle misure 15, 16 e 17 pollici. All’interno la MINI Clubvan è equipaggiata di serie con sedili rivestiti nella stoffa Cosmos Carbon Black. Come optional vengono offerti l’abbinamento stoffa/pelle Ray Carbon Black e le varianti in pelle Punch Carbon Black e in pelle Lounge Carbon Black. Il colore nero degli interni viene combinato di serie con le modanature nella variante Fine White Silver. In alternativa sono ordinabili tre varianti differenti di modanature e Colour Lines e una plancia portastrumenti rivestita in pelle. In più, anche per la MINI Clubvan vengono offerti numerosi optional per aumentare il comfort, il divertimento di guida, la sicurezza e la funzionalità. Una consegna affidabile, just-in-time, viene assicurata dalla gamma di motorizzazioni della MINI Clubvan, composta da tre briosi propulsori a quattro cilindri. Mentre la MINI One Clubvan mette a disposizione 72 kW/98 CV, la MINI Cooper Clubvan è dotata di un motore dalla potenza di 90 kW/122 CV. Il terzo membro del team è il motore diesel da 82 kW/112 CV della MINI Cooper D Clubvan che non attira l’attenzione su di sé non solo con la sua erogazione lineare di potenza, ma anche con le virtù a livello economico. Nel ciclo di prova UE il consumo medio di carburante è solo di 3,9 litri per 100 chilometri, il rispettivo valore di CO2 è di 103 grammi per chilometro. La trasmissione di potenza alle ruote anteriori avviene di serie attraverso un cambio manuale a sei rapporti. A richiesta, tutte le varianti di modello della MINI Clubvan sono disponibili con un cambio automatico a sei rapporti. Grazie al proprio appeal inconfondibile, la MINI Clubvan è una presenza affascinante nel campo dei trasporti commerciali. La MINI Clubvan ha un posto fisso nella flotta aziendale laddove un’immagine elegante e la sensibilità per la qualità premium sono una parte irrinunciabile del business. E anche dopo gli orari di lavoro ufficiali, lontano dai centri del commercio, essa partecipa regolarmente alla circolazione stradale. Infatti, non esiste praticamente una due posti adatta al trasporto di equipaggiamenti sportivi ingombranti e di altri utensili per il tempo libero che combina il divertimento di guida e la funzionalità con tanta raffinatezza come la MINI Clubvan.
  11. Cambia la Safety Car della Formula E: da BMW i8 Coupé a MINI Electric Pacesetter Il design del veicolo è ispirato dalla MINI GP per quanto concerne i passaruota adattati alla carreggiata della vettura e la parte anteriore con ulteriori splitter anteriori a sinistra e a destra. Considerato che praticamente non è necessario il raffreddamento del sistema di propulsione attraverso la zona superiore della griglia, la parte anteriore è in gran parte chiusa per favorire l'aerodinamica. Le uniche eccezioni sono la zona sotto la griglia e le aperture, quasi squadrate, per il raffreddamento dei freni. Diverse parti della MINI Electric Pacesetter sono state realizzate con moderne tecniche di Stampa 3D. Il prominente alettone posteriore montato sul tetto con flusso d'aria e accenti in giallo integra anche il gruppo ottico di segnalazione ed è stato stampato in 3D presso lo stabilimento di Oxford. Un altro punto di forza sono i cuscinetti rimovibili sul sedile sportivo, anch'essi stampati in 3D. Il peso è un altro elemento cruciale per un veicolo con velleità sportive come deve essere una Safety Car, chiamata a viaggiare a velocità molto elevate per non danneggiare lo stato degli pneumatici delle vetture in competizione. Il peso in ordine di marcia è di circa 1.230 kg, ovvero circa 130 kg più leggera della MINI Cooper SE standard. Anche il sistema di propulsione è basato sulle soluzioni adottate per la MINI Cooper SE standard. Si tratta, ovvero, di un motore elettrico che produce 135 kW e 280 Nm, che permette alla MINI Electric Pacesetter di da 0-100 km/h in 6,7 secondi e da 0-60 km/h in 3,6 secondi. Abbiamo, poi, sospensioni coilover da corsa a tre vie regolabili in estensione, compressione, altezza e campanatura. Gli attacchi dei bracci di controllo delle sospensioni da corsa, più i freni a quattro pistoni e le ruote della MINI John Cooper Works GP con pneumatici Michelin Pilot Sport (misura 245/40 R18) completano il pacchetto complessivo. Questi sono gli stessi pneumatici montati sulle ruote anteriori delle auto da corsa di Formula E. La MINI Electric Pacesetter debutterà come Safety Car in occasione dell'E-Prix di Roma il 10 aprile 2021, secondo evento (Gara 3) della stagione 2021 della Formula E. Al volante ci sarà il pilota ufficiale della FIA Formula E Safety Car Bruno Correia. Ricordiamo che gli organizzatori dell'E-Prix di Roma e la FIA hanno recentemente annunciato un doppio appuntamento a Roma per la Formula E: subito dopo la gara di sabato 10 aprile, ci sarà quella di domenica 11, che costituirà il Round 4 del campionato.
  12. Gabry

    MINI Cooper B specs R56

    MINI ha annunciato che parteciperà alla nuova categoria di corse in USA chiamata B-Spec con una MINI Cooper Hardtop preparata appositamente. MINI USA ha collaborato con MINI di Charleston, nella Carolina del Sud, per offrire un auto da corsa basata sulla Cooper conforme alla categoria B. Come la maggior parte delle altre case automobilistiche partecipanti, MINI venderà anche kit di conversione per coloro che vorranno costruire la propria MINI da trackday. La MINI da corsa B-Spec, secondo le normative, è per lo più di serie: il suo motore produce gli stessi 120 CV di una normale Cooper. Dispone dell'equipaggiamento di sicurezza richiesto come roll-bar, sedile e imbracatura da corsa e una rete per finestrini. Il kit fornisce coil-over KW V1 e i freni sono dotati di pastiglie più performanti insieme ai tubi in treccia metallica. Infine, la Cooper monta un set di cerchi in lega da 15 pollici e pneumatici slick da corsa Hoosier. MINI sostiene i piloti amatoriali con il suo programma Motorsport Awards, che assegna premi in denaro per i successi nelle corse. MINI USA annuncerà i prezzi sia per i kit che per le Cooper chiavi in mano completamente preparate, all'inizio della stagione corse del 2012. RIEPILOGO DELLE SPECIFICHE: – Potenza : 120 cv a 6,000 giri/min – Servosterzo elettrico, rapporto 14.1:1 – Peso: 1150 Kg, 60.4%/39.6% F/R – Sospensioni: KW V1 Coilover, piastre camber Vorshlag – Freni: freni standard MINI con pastiglie e tubi in treccia Way Motorworks. – Equipaggiamento di sicurezza: Rollbar Kirk Racing con sedile a guscio e rete di sicurezza. – Pneumatici: Hoosier SM6 205-50-15 –Cerchi: 15 x 7 Kosei K1 aluminum alloy
  13. Gabry

    Autocross

    L’Autocross o Autoslalom è una disciplina sportiva che si svolge su un percorso speciale ricavato su strade pubbliche o parcheggi, avente lunghezza limitata e intervallato da postazioni di rallentamento. Si configura come una competizione mista tra gara di velocità e prova di abilità. I percorsi su cui si svolgono gli slalom, oltre ad avere un in asfalto o cemento, hanno anche una lunghezza di tracciato compresa tra 1500 m (2500 m per le gare titolate) e 4000 m. Inoltre la larghezza della carreggiata non è mai inferiore ai 5 m. Lungo il percorso sono collocate delle postazioni di rallentamento costituite da non meno di 4 file di birilli, disposte in direzione trasversale rispetto al senso di marcia, che vanno superate effettuando una gincana. Queste postazioni servono a limitare la velocità media di percorrenza dell'intera corsa. A seconda della pendenza media del percorso di gara, gli slalom si dividono in due categorie: in salita e in pianura. Nel primo caso la pendenza media minima non deve essere inferiore al 4%. Perché abbiamo parlato di questa competizione? Proprio perché le MINI sia classiche che moderne sono ottime auto con cui partecipare, con i giusti accorgimenti tecnici è possibile renderle delle ottime concorrenti!
  14. Gabry

    The Italian Job (2003)

    Il film "The Italian Job" è un classico del genere heist movie che mescola azione, avventura e suspence. Prodotto nel 2003, il remake di un film omonimo del 1969, è una delle pellicole più famose del regista F. Gary Gray. Il film racconta la storia di un gruppo di rapinatori guidato dal carismatico Charlie Croker (interpretato da Mark Wahlberg), che pianifica un audace colpo in pieno centro a Venezia. Dopo una mirabolante fuga a bordo di MINI Cooper, il team si riunisce negli Stati Uniti per cercare vendetta e recuperare il bottino rubato. Una delle caratteristiche più iconiche e riconoscibili del film è l'uso delle MINI Cooper come veicoli principali durante le scene di inseguimento. Le auto, piccole e maneggevoli, si rivelano la scelta perfetta per attraversare le strade strette e tortuose di Venezia, sfuggendo alle autorità e ai rivali. L'azione spettacolare e gli inseguimenti mozzafiato sono incredibili da vedere e tengono lo spettatore incollato allo schermo. Le abilità di guida acrobatica e la capacità di manovrare le MINI Cooper attraverso situazioni di pericolo imminente conferiscono al film un'energia unica. Oltre all'action movie, "The Italian Job" è anche un film che affronta temi come l'amicizia, la fiducia e il desiderio di vendetta. I personaggi, interpretati da un cast di attori talentuosi come Charlize Theron, Edward Norton e Jason Statham, sono ben caratterizzati e creano delle dinamiche interessanti. La sceneggiatura è ben strutturata, con una storia che si sviluppa in modo coerente e un ritmo incalzante che tiene lo spettatore sulle spine fino alla fine. Le location, da Venezia a Los Angeles, offrono uno sfondo suggestivo e amplificano l'atmosfera di tensione. Le MINI presenti all'interno del film sono 4 (anche se nella realtà ne sono state utilizzate molte di piu, pensate che avevano anche una carrozzeria aperta 24h/24h per aggiustare le MINI reduci dei vari stunt, e che gli attori prima di incominciare le riprese hanno dovuto frequentare un corso di guida sportiva). MINI Cooper S R53, rossa, tetto bianco e bonnet stripes bianche, fanalini rally, bodykit jcw, cerchi cross spoke 17" MINI Cooper R50, blue, tetto bianco e bonnet stripes bianche, fanalini rally, bodykit jcw, cerchi cross spoke 17" MINI Cooper R50, bianca, tetto nero e bonnet stripes nere, fanalini rally, bodykit jcw, cerchi cross spoke 17" MINI MK7 rossa, tetto bianco e bonnet stripes bianche, 4 fanalini rally, cerchi da 13" "The Italian Job" è un film che ha ottenuto un grande successo al botteghino grazie alla sua miscela di azione, intrigo e caratterizzazione dei personaggi. Se sei appassionato di film d'azione e ti piacciono le automobili, questo è un film che non puoi perdere. Le MINI Cooper, con la loro versatilità e agilità, hanno da allora conquistato un posto speciale nel cuore degli appassionati di automobili, diventando un'icona della moda e del design italiano. In conclusione, "The Italian Job" è un film che intrattiene e appassiona lo spettatore grazie al suo mix di azione, avventura e umorismo. Le MINI Cooper, protagoniste indiscusse del film, hanno reso la pellicola ancora più memorabile. Quindi, se non l'hai ancora visto, abbandona ogni dubbio e preparati a un'esperienza ricca di adrenalina e divertimento.
  15. Gabry

    Rauno Aaltonen

    Nel mondo dei rally, molti nomi sono stati incisi nella storia e nei cuori degli appassionati di motori. Tra questi c'è senza dubbio Rauno Aaltonen, uno dei migliori piloti finlandesi di tutti i tempi. E se c'è una vettura che è diventata l'icona di questo sport, è la MINI Cooper. Insieme, Rauno Altonen e le MINI da Rally hanno scritto capitoli indimenticabili nella storia delle corse automobilistiche. Il mito di Rauno Aaltonen: Rauno Aaltonen, noto anche come "Babe" Altonen, è stato uno dei piloti più vincenti e talentuosi nel mondo dei rally. Nato nel 1938 a Finlandia, Aaltonen ha iniziato la sua carriera nel mondo dei motori verso la fine degli anni '50. La sua carriera è realmente decollata negli anni '60, quando ha iniziato a guidare le iconiche MINI Cooper della British Motor Corporation. Rauno Aaltonen e le MINI da Rally sono stati un binomio vincente fin dal loro primo incontro. Nel 1962, Aaltonen ha partecipato al Rally di Monte Carlo alla guida di una MINI Cooper, ottenendo un sorprendente successo nella classe "S" per vetture da produzione fino a 1000cc. Da quel momento in poi, la loro alleanza è cresciuta in modo esponenziale. Nel corso degli anni '60, Aaltonen ha ottenuto numerose vittorie e podi in tutto il mondo al volante delle MINI da Rally. Il suo stile di guida aggressivo e preciso, abbinato alla sua spiccata abilità tecnica, lo ha reso uno dei piloti più temuti e rispettati del suo tempo. Durante la sua carriera, Aaltonen ha affrontato una serie di avversari di alto livello, tra cui i piloti francesi Jean-Claude Andruet e Raoul Bonfanti, e il finlandese Timo Mäkinen. Nonostante la forte concorrenza, Aaltonen è riuscito a emergere come uno dei migliori piloti di tutti i tempi. Oltre a scontrarsi con avversari di tutto il mondo, Rauno Aaltonen e le MINI da Rally hanno lasciato un'impronta indelebile nel panorama delle corse automobilistiche. Le loro vittorie hanno consolidato la reputazione della MINI Cooper come uno dei migliori veicoli da rally mai realizzati. Oggi, la MINI è ancora considerata un'icona delle corse su strada grazie ai successi passati e al lavoro costante di miglioramento del veicolo. L'eredità di Aaltonen vive ancora nella memoria degli appassionati di motori di tutto il mondo, ed è un richiamo a una delle epoche d'oro del rally. Insieme, hanno scritto una pagina emozionante e indimenticabile nella storia dei rally. L'impressionante abilità di guida di Aaltonen, abbinata alle prestazioni eccezionali delle MINI da Rally, non solo ha garantito loro un successo continuo sulle piste, ma ha lasciato un'eredità che vive ancora oggi. P.S. in suo onore è stata creata l'edizione speciale basata sulla MINI R56
  16. Negli anni '60, una piccola vettura britannica ha conquistato i cuori degli appassionati di automobilismo, la MINI. Con le sue dimensioni compatte e il suo design carismatico, ha cambiato per sempre il concetto di auto urbana. Tuttavia, dietro il successo di questo veicolo c'è un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'industria automobilistica: John Cooper. In questo articolo, esploreremo il genio dietro la MINI e il suo influente contributo alla sua evoluzione. John Cooper è stato un ingegnere automobilistico britannico e il fondatore della Cooper Car Company, nato nel 1923, ha seguito le orme di suo padre, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis nel 1946. Di conseguenza, John Cooper è stato introdotto al mondo delle corse fin da giovane. Nel 1959, Cooper si è interessato alla MINI, una vettura originariamente progettata per essere economica e semplice da guidare, ha riconosciuto il potenziale di questa vettura e ha deciso di trasformarla in una macchina da competizione di successo, cosi ha iniziato a modificare la MINI, apportando importanti modifiche al telaio, al motore e al sistema di sospensioni. Queste modifiche hanno resero la MINI più potente e maneggevole, trasformandola in un'auto da corsa vincente. Il risultato, la MINI Cooper, aveva un motore più potente e una migliore maneggevolezza rispetto alla versione originale. Grazie alle modifiche, la MINI ha iniziato a primeggiare nei rally di tutto il mondo. Le vittorie spettacolari conquistate dalla MINI Cooper nelle competizioni come il Rally di Monte Carlo e il Rally dell'Acropoli hanno portato il nome di John Cooper e della sua azienda al centro dell'attenzione internazionale. L'influenza di John Cooper sulla MINI continua ad essere evidente ancora oggi. Dopo il successo delle vetture da corsa, Cooper ha avviato una collaborazione con la British Motor Corporation per produrre la MINI Cooper S, una versione ancora più performante e sportiva della vettura. Questa partnership ha portato alla produzione a larga scala delle MINI Cooper, che sono diventate delle vere e proprie icone nel mondo automobilistico. Grazie al suo genio innovativo, la MINI è stata trasformata da una semplice city car in un'auto da corsa di successo. La sua abilità nel modificare il telaio, il motore e il sistema di sospensioni della vettura ha dato vita alla leggendaria MINI Cooper. Il suo contributo alla storia dell'automobile è di fondamentale importanza e l'eredità lasciata da John Cooper continua ad essere celebrata dagli appassionati di auto in tutto il mondo.
  17. Gli anni Settanta sono stati testimoni di una delle piu grandi rivalità della storia dell'automobilismo: quella tra l'austriaco Niki Lauda e l'inglese James Hunt. Il palcoscenico principale era la Formula 1 e i due iniziarono la loro carriera agonistica con le MINI. Come si vede nel film Rush, Hunt - non essendo riuscito a ottenere dal padre i finanziamenti per le sue ambizioni automobilistiche - dovette racimolare i soldi per una vecchia MINI Mark, lavorando come muratore, autista di furgoni e portiere d'ospedale. Nel frattempo, Lauda inizio la sua carriera agonistica alla cronoscalata di Mithlbacken, il 15 aprile 1968, a bordo di una Austin Cooper, classificandosi al secondo posto assoluto. Ma l'austriaco aveva un asso nella manica molto piu subdolo: falsificare un certificato universitario. Il suo piano fu premiato quando i suoi orgogliosi genitori gli regalarono una Cooper S da 1275cc nuova di zecca. La MINI numero 158 è quella di Niki Lauda, mentre quella azzurra è quella di James Hunt.
  18. Quasi venti anni prima che MINI avesse cominciato a vendere le MINI Cooper SE, la casa automobilistica britannica si era già occupata di mobilità elettrica! Se ricordate l'iconico remake del 2003 The Italian Job derivante dal film originale del 1969 vi verranno certamente in mente le scene con le MINI che si lanciano all'interno della metropolitana di Los Angeles. Ebbene, ogni singolo esemplare che si è avventurato in questo posto non montava affatto un motore termico, bensì un'unità elettrica. A quanto pare la produzione è stata costretta ad elettrificare le 3 MINI perché la città di Los Angeles non voleva in alcun modo ammettere veicoli con motore termico all'interno dei tunnel della metropolitana per ragioni di sicurezza. In base a quanto riportato dal regista F. Gary Gray, ha commentato in questo modo la vicenda: "Non ci hanno permesso di girare nei tunnel con auto con motori a combustione. Così mi son detto, ok, ottimo, ci faremo dare delle MINI elettriche e andrà alla grande, Il problema è che BMW ci ha riferito che non esistevano MINI elettriche. A quel punto Gray non si fece assolutamente scoraggiare: "John Carpenter, coordinatore della logistica, fece un grande lavoro ingegneristico e costruttivo per realizzare un trio di MINI elettriche. Erano le uniche MINI elettriche esistenti sulla faccia della Terra! Si tratta di uno dei miei momenti preferiti proprio per le dimensioni delle MINI. Intendo dire, non è possibile immaginarsi altre vetture che fanno stunt al di fuori delle MINI!" Ed è così che venne realizzata la sequenza della fuga tramite la metropolitana della città di Los Angeles.
  19. Gabry

    John Rhodes

    John Rhodes ovvero: il pilota che faceva “segnali di fumo” con la sua MINI Cooper S. Non per niente, il campione inglese venne soprannominato “Smokey” dai tifosi. Estremamente spettacolare, John Rhodes fu, per tutti gli anni 60, il “re delle MINI” nelle gare Turismo del BTCC. Il suo stile di guida era in effetti “calcolato”: sfruttando la leggerezza e il proverbiale “Go-kart feeling” delle piccole Cooper S, riusciva sempre, con un abile gioco di punta-tacco e “telegrafando” alla perfezione sull’acceleratore, a far derapare la vettura sulle quattro ruote (il “four-wheel drift”) in modo da inserirsi nella giusta traiettoria già all’inizio della manovra, ed uscire perfettamente “dritto” sul rettilineo. Lo stesso Rhodes amava scherzare su questa abilità, dicendo che gli portava un altro vantaggio sui concorrenti: facendo fumare le Dunlop Racing anteriori in maniera così vistosa, si veniva a creare una “nebbia” che per qualche istante disorientava i diretti avversari, e gli permetteva di guadagnare terreno.
  20. Gabry

    Paddy Hopkirk

    Oggi parleremo di Paddy Hopkirk, una leggenda all'interno del mondo delle corse automobilistiche, e del perché il suo nome è strettamente associato a MINI. Nato nel 1933 a Belfast, in Irlanda del Nord, Hopkirk trascorse gran parte della sua vita seguendo appassionatamente l'automobilismo. Nel 1964, entrò a far parte del team della BMC (British Motor Corporation), che lo introdusse alla MINI Cooper S. Fu poi la storica vittoria nel 1964 al Monte Carlo Rally, a consacrare Hopkirk come leggenda delle corse automobilistiche. La sua vittoria fu un trionfo per la MINI Cooper S, la cui base di partenza era stata concepita come una piccola macchina economica, ma che si affermò come uno dei simboli dell'epoca d'oro delle corse. Hopkirk ha poi continuato a correre per la BMC per molti anni, partecipando a molte altre celebri corse, tra cui il Rally di Montecarlo nel 1965 e il Rally di Germania nel 1966. Oltre alla sua abilità al volante, Hopkirk è anche conosciuto per il suo carisma e la sua capacità di essere amato da tutti coloro che lo incontravano. È stato inoltre il primo pilota a portare la sponsorizzazione sui vestiti e sulle auto per i rally, aprendo il mercato agli sponsor. Dopo il ritiro dalle competizioni, Hopkirk è stato coinvolto in molti progetti nel mondo dell'automotive MINI. Nel 1995 è stato aggiunto nella Hall of Fame delle corse automobilistiche britanniche. Nel 2016, in occasione dei suoi 83 anni, ha ripercorso le strade del Monte Carlo Rally a bordo della MINI Cooper S vincitrice del 1964, un evento che ha attirato grande interesse da parte dei media. Hopkirk ha dimostrato che con la giusta macchina e l'adeguata esperienza, un pilota può raggiungere grandi traguardi nelle corse automobilistiche. La MINI Cooper è ancora considerata una delle macchine più iconiche nella storia delle corse, grazie alla vittoria di Hopkirk al Monte Carlo Rally, diventando un leggendario simbolo di abilità e determinazione, tanto che nel 2020, MINI decise di dedicare un'edizione limitata della MINI Cooper S LCI, proprio a Paddy! Il 21 luglio 2022, purtroppo ci lascia all’età di 89 anni, creando un vuoto enorme nell' mondo dell'automobilismo, ma anche un grande percorso storico che non dimenticheremo mai.
  21. Gabry

    Pat Moss

    il primo grande successo di MINI nelle corse su strada venne conquistato da un equipaggio tutto al femminile: Pat Moss e la fedele coéquipier Ann Wisdom, che la accompagnò per gran parte della carriera. Sorella del leggendario Stirling Moss e poi moglie di Erik Carlsson (il gigante svedese, soprannominato “On the Roof”, cioè “sul tetto” per i numerosi ribaltamenti con la piccola Saab 96, che per la particolare forma della parte superiore poteva facilmente essere messa nuovamente… nella giusta posizione di marcia). Pat Moss – già campionessa di equitazione e componente della squadra nazionale inglese di salto con gli sci – aveva esordito nei rally ad appena diciotto anni. Divenuta pilota ufficiale BMC a ventitré anni, legò per sette stagioni il suo nome a quello del team britannico che di lì a poco avrebbe raggiunto fama mondiale con le piccole MINI Cooper. Cinque volte vincitrice nella Coppa delle Dame all’Europeo Rally (all’epoca considerato come il Campionato mondiale), trionfatrice alla massacrante Liegi-Roma-Liegi 1960, seconda assoluta al RAC 1961 e terza nel 1962 (sempre con le grosse Austin-Healey 3000 MkIII), dopo la lunga parentesi in Bmc proseguì la carriera in Ford, in Saab, in Lancia e, infine, nella prima metà degli anni 70, in Alpine Renault.
  22. Gabry

    Grill Badge

    Se sei un appassionato, probabilmente sei sempre alla ricerca di modi per personalizzare la tua vettura e renderla unica. Una delle tendenze più popolari tra gli amanti della MINI è quella dei grill badge, piccoli emblemi che si montano sulla griglia anteriore dell'auto. In questo articolo, esploreremo il mondo dei grill badge per MINI Cooper e ti daremo alcune delle migliori opzioni per rendere la tua vettura ancora più speciale. Personalizzazione e stile: I grill badge offrono un'opportunità di personalizzazione senza precedenti. Sono disponibili in una varietà di forme, colori e materiali, consentendoti di scegliere quello che meglio rappresenta la tua personalità e i tuoi gusti. Che tu preferisca uno stile classico o uno più moderno, c'è sicuramente un grill badge che farà al caso tuo. Simboli e icone: I grill badge per MINI spaziano dalle bandiere nazionali a loghi di automobili, passando per emblemi sportivi e icone popolari. Scegli un emblema che rifletta le tue passioni, che sia il tuo logo preferito, una scuderia di Formula 1 o semplicemente un'insegna retrò che ti fa sorridere ogni volta che la vedi. Facilità di installazione: Montare un grill badge sulla griglia anteriore della tua MINI è un'operazione relativamente semplice. La maggior parte dei badge è progettata per adattarsi perfettamente alla forma della griglia, rendendo l'installazione un gioco da ragazzi. Inoltre, potrai sempre rimuoverli facilmente se decidi di cambiarne il design o semplicemente per pulizia. Versatilità e evoluzione: Una delle cose migliori dei grill badge è la versatilità che offrono. Puoi cambiarli facilmente per adattarli all'atmosfera o all'evento specifico. Ad esempio, puoi optare per un'emblematica bandiera a tema natalizio durante le festività, o per un badge commemorativo in occasione di eventi speciali come una gara di auto o un raduno di appassionati. Comunità e condivisione: I grill badge per MINI Cooper rappresentano anche un modo fantastico per connettersi con altri appassionati della tua stessa marca. Non è raro vedere MINI che sfoggiano grill badge durante raduni o eventi automobilistici. Questi piccoli emblemi possono diventare un ottimo punto di partenza per fare nuove amicizie e condividere la passione per questa iconica vettura. Conclusioni: I grill badge rappresentano un modo semplice ed efficace per personalizzare la tua MINI e aggiungere un tocco di stile. Scegli un emblema che rifletta la tua personalità e le tue passioni, e rendi la tua auto ancora più unica e speciale. Che tu stia cercando un design classico o contemporaneo, ci sono grill badge disponibili per soddisfare ogni gusto e stile.
  23. "Personal Design, dall'oggetto al soggetto." è questo il titolo della mostra realizzata da MINI in collaborazione con Istituto Europeo di Design, che verrà inaugurata domani alle 19 alla Triennale di Milano. Curata da Rossella Bertolazzi, direttrice della Scuola IED di Arti Visive, la mostra - dedicata al tema della personalizzazione dei prodotti e relativa ricerca progettuale - comprende nove installazioni legate fra loro da un percorso audio-video progettato da Studio Azzurro, realtà ben nota che opera nel campo della sperimentazione artistica e della produzione di immagini. Il catalogo, curato anch'esso da Rossella Bertolazzi, ospita gli interventi di Aldo Colonetti, direttore di Ottagono e direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Design, Gillo Dorfles, pittore, critico d'arte, autore di innumerevoli saggi di estetica, Enrico Finzi, esperto di trend e consumi e presidente di Astra/Demoskopea, Marco Makaus, Brand Manager MINI. Allestita alla Triennale di Milano su una superficie di 400 metri quadri, la mostra "Personal Design, dall'oggetto al soggetto." apre domani 9 aprile (inaugurazione alle 19, nei giorni seguenti cocktail tutte le sere alle 18 fino a lunedì 14 aprile compreso) e si inserisce a buon diritto nel novero degli eventi fuori salone organizzati in concomitanza con il Salone Internazionale del Mobile. Un Ringraziamento va alle aziende B&B, Bticino, Dell, Fastweb, Lego, Microsoft Xbox, Swatch che hanno consentito di sviluppare il tema nei vari settori merceologici. MINI e la personalizzazione del prodotto in serie "In un settore complesso quale quello della produzione industriale automobilistica - ha dichiarato in proposito Makaus illustrando l'iniziativa -,l'esigenza della personalizzazione del prodotto deve fare i conti con i vincoli produttivi. MINI, con le 120mila combinazioni di colori e allestimenti possibili nell'ambito di una gamma composta da quattro modelli: One, Cooper, Cooper S e One Diesel, consente un'ampia libertà di scelta nella configurazione della vettura". "La MINI - ha aggiunto Makaus, motivando il ruolo propositivo di MINI nel progetto Personal Design - è un'icona dei nostri tempi, e come tale tende a stabilire relazioni con altre icone. La mostra 'Dalla MINI al MINI', curata da Gianluca Marziani durante la fase di pre-lancio della nuova MINI, aveva messo in evidenza il nesso tra l'icona MINI e alcuni dei più emblematici prodotti di design degli ultimi 40 anni. Analogamente oggi, Rossella Bertolazzi ha curato la realizzazione di 'Personal Design, dall'oggetto al soggetto.', dedicata alla nuova MINI e ad alcuni prodotti-simbolo della contemporaneità anch'essi apprezzati per la loro capacità di configurarsi secondo le esigenze individuali del loro pubblico". Colonetti e Bertolazzi: un progetto che prende spunto dalla MINI "La mostra 'Personal Design, dall'oggetto al soggetto.' - ha detto Colonetti - individua in particolare nel settore automobilistico un caso, quello della MINI, dove la specificità del prodotto è fondata, da un lato, sulla memoria degli anni '60 e dall'altro lato, sull'innovazione tecnologica e soprattutto estetica, declinata attraverso una serie di possibili personalizzazioni che in sostanza trasformano un modello industriale nella 'mia' automobile, quasi 'fatta a mano'". "La mostra - ha spiegato la curatrice Rossella Bertolazzi - intende affrontare il rapporto esistente tra il design e il gusto del consumatore. Sempre di più progettare oggetti che abbiano una qualità estetica e simbolica significa essere in grado di interpretare con un certo anticipo le oscillazioni del gusto che provengono dal consumatore. La MINI di oggi offre una quantità incredibile di combinazioni possibili, secondo una logica progettuale che sposa i linguaggi e le possibilità del design per offrire qualche cosa di realmente 'personale' al consumatore". "Costruire una mostra che mettesse in scena questo cambiamento - ha aggiunto la Bertolazzi - è stata una sfida che comportava scelte difficili su che cosa rappresentare e come rappresentarlo. Lavorando con Studio Azzurro abbiamo quindi deciso di organizzare un percorso articolato attraverso nove cubi destinati a contenere altrettante case history per esprimere visivamente questo 'salto' che hanno compiuto e stanno tuttora compiendo la progettazione, la produzione e il consumo, l'industria e il costume nei campi più diversi". Dorfles: funzione tecnica e funzione psicologica dell'oggetto "Su questo fenomeno della personalizzazione dell'oggetto - ha scritto a sua volta Gillo Dorfles - si è detto tutto sommato molto poco. Come ovviare alla monotonia di tutta una serie di prodotti, dovuta in buona parte alla standardizzazione, non solo del gusto ma anche della funzione e alla miniaturizzazione di molti oggetti, basati su meccanismi elettronici? Come restituire al singolo individuo la capacità di possedere oggetti autonomi? E' necessario, soprattutto, ripensare il rapporto tra forma e funzione; più di una volta ho sostenuto l'insufficienza di identificare nel binomio 'forma-funzione' la base stessa di ogni 'good design', in quanto il concetto di funzione deve estendersi non solo alla funzione tecnica, pratica, utilitaria, ma a quella 'psicologica' e semantica. Ossia l'oggetto, qualsiasi oggetto, anche il più complesso dal punto di vista dei vincoli della produzione industriale, deve possedere e manifestare in maniera evidente la sua specifica significazione, la propria, originale, personalizzazione". Finzi: il 60% degli italiani fra i 14 e i 79 anni chiede prodotti "su misura" "Nel 1992- ha puntualizzato Enrico Finzi, esponendo i dati di una ricerca sugli italiani e la personalizzazione pubblicata in catalogo -, in occasione della prima grande indagine demoscopica realizzata da Astra/Demoskopea sulla leadership secondo gli italiani 14-79enni, emerse che tra i 40 fattori che determinano l'eccellenza di una marca o di un'azienda di marca presso i consumatori/ utenti, all'ottavo posto c'era la forte attenzione alle esigenze specifiche del cliente espressa da proposte non generiche ed onnivalenti ma personalizzate. Le rilevazioni effettuate pochi mesi orsono, nel 2002, hanno segnalato la crescita di tale trend, ora al sesto posto in classifica. Più in generale, il 60% dei 14-79enni (pari a 28.4 milioni di adulti) afferma che 'troppi prodotti sono uguali tra loro pur fingendo di essere diversi' e, specialmente, che 'troppe proposte sono indifferenziate, fatte a tutti e presentate come valide per tutti' mentre 'le aziende dovrebbero rivolgersi a ogni singolo cliente fornendogli il prodotto valido per lui ', studiato per risolvere i suoi problemi determinati, davvero 'su misura'". Personal Design - Scheda "Personal Design, dall'oggetto al soggetto." - 9 - 27 aprile 2003 - ore 10-20,30/22,30 - lunedì chiuso (14 aprile escluso) - Triennale di Milano, viale Alemagna 6, Milano - ingresso libero - informazioni al pubblico: 02 724341, www.MINI.it Mostra realizzata da MINI in collaborazione con Istituto Europeo di Design e il supporto tecnico di I Guzzini - Curatrice: Rossella Bertolazzi - Progetto dell'allestimento: Icet Studios - Percorso audio-video: Studio Azzurro - Immagine, coordinamento, ufficio stampa e r.p: MINI, Istituto Europeo di Design, ISM Italia MINI ringrazia: B&B Italia - Bticino - Dell Computer Italia - Fastweb - Lego - Microsoft Xbox - Swatch.
  24. Gabry

    JCW Kit motore (R53)

    Innanzitutto è importante dire che il kit JCW è nato come KIT DI AGGIORNAMENTO disponibile presso i concessionari BMW/MINI o presso John Cooper Garages (solo Regno Unito), è iniziato con quello che chiamano kit da 200 cavalli o kit JCW 200, che è stato sviluppato per il rilascio nel 2002 ed è stato installato principalmente sulle auto Pre facelift (2002-2004). Il kit di messa a punto JCW 200 include: Testata migliorata: la differenza rispetto alla testata Cooper S è che sono stati allargate le luci di scarico. Puleggia del compressore con riduzione dell'11%: fa girare il compressore più velocemente per una maggiore spinta Candele più fredde di 1 livello Un sistema di scarico cat-back JCW con terminali JCW decorativi Compressore sostitutivo – Nucleo rivestito in teflon per mantenere le temperature di esercizio leggermente piu basse ECU rimappata Badge decorativi Copertura motore numerata in serie individualmente Successivamente hanno sviluppato il kit John Cooper Works da 210 cavalli o il kit JCW 210, che poteva essere montato anche sulle auto Prefacelift, era principalmente montato sulle auto Facelift (fine 2004-2006+). Negli anni successivi in alcuni paesi un'auto poteva anche essere acquistata dalla fabbrica come JCW 210, ma non in tutti i paesi erano disponibili i kit di aggiornamento ed era l'unico metodo per ottenere una R53 JCW. Le auto equipaggiate con il JCW 210 di fabbrica sono state vendute a partire dal 2005 nei paesi in cui erano disponibili. Il kit di messa a punto JCW 210 includeva: Testata migliorata: la differenza rispetto alla testata Cooper S è che sono stati allargate le luci di scarico. Puleggia del compressore con riduzione dell'11%: fa girare il compressore più velocemente per una maggiore spinta Candele più fredde di 1 livello Iniettori maggiorati (380cc rispetto ai 330cc originali) Un sistema di scarico cat-back JCW con terminali JCW decorativi Compressore sostitutivo – Nucleo rivestito in teflon per mantenere le temperature di esercizio leggermente piu basse ECU rimappata (messa a punto diversa rispetto a JCW 200 per supportare gli iniettori più grandi) Presa d'aria aggiornata con filtro dell'aria stile conico Badge decorativi Copertura motore numerata in serie individualmente Un pallno di colore rosso vicino al numero punzonato sulla testata Anche per questo kit ci sono dei punti da controllare per capire se ci troviamo di fronte a un kit originale JCW e sono più o meno gli stessi d c per gli altri kit jcw presenti su questo magazine.
  25. Gabry

    The Italian Job (1969)

    Un classico intramontabile Introduzione: "The Italian Job" del 1969 è un'icona nella storia del cinema britannico, un film ricco di azione, avventura e umorismo. Diretto da Peter Collinson e sceneggiato da Troy Kennedy Martin, il film ha conquistato il cuore del pubblico con il suo stile unico e la trama coinvolgente. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui "The Italian Job" è diventato un classico intramontabile nel panorama cinematografico internazionale. Una trama affascinante: La trama di "The Italian Job" ruota attorno a Charlie Croker (interpretato da Michael Caine) e alla sua squadra di rapinatori, che progettano una grande rapina a Torino, in Italia. Il piano è audace e interessante: il colpo consiste nel rubare un carico immenso d'oro e poi fuggire attraverso la città, sfruttando la congestione del traffico a loro vantaggio. Questa combinazione esplosiva di azione, intrighi e umorismo rende il film coinvolgente e appassionante sin dall'inizio. I Luoghi: Torino: La maggior parte del film è ambientata a Torino, città situata nel nord dell'Italia. Qui vengono girate le scene principali del colpo e della famosa fuga in MINI Cooper attraverso le strade della città. Cimitero Gran Madre di Dio: Nel film, il cimitero Gran Madre di Dio a Torino è il luogo in cui viene nascosto l'ingente bottino del colpo. Museo dell'Automobile di Torino: Nel film, i criminali utilizzano il Museo dell'Automobile di Torino come copertura per studiare il traffico e le strade della città. Viene anche mostrata la famosa galleria del museo. Piazza San Carlo: Una scena chiave del film si svolge nella piazza di San Carlo a Torino, dove viene organizzata la famosa cattura del personaggio di Roger Beckermann. Ripa di Porta Ticinese, Milano: Alcune parti del film sono state girate a Milano, inclusa la scena in cui i criminali si scontrano con la polizia a Ripa di Porta Ticinese. Le MINI: Le MINI utilizzate nel film erano delle MINI Cooper S. Erano dipinte nei colori rosso, blue e bianco. Le auto erano famose per le loro capacità di manovra e velocità, ed erano spesso modificate con accessori speciali per le acrobazie e le scene d'azione del film. Altri dettagli che le rendevano "diverse" dalle altre MINI erano la presenza di un roll-bar, delle bretelle in pelle sul cofano e 3 fanalini rally montati su una staffa apposita. Uno stile visivo mozzafiato: Uno dei tratti distintivi del film è lo stile visivo impeccabile che cattura l'essenza delle strade italiane e delle loro icone culturali. Le scene di inseguimento con le celebri MINI Cooper renderanno il film memorabile per generazioni di cinefili. Inoltre, la fotografia di Douglas Slocombe trasmette un senso di eleganza e stile che rende ogni inquadratura un'opera d'arte. "The Italian Job" è un omaggio all'Italia e alla sua cultura, che crea uno scenario surreale e affascinante. Recitazione straordinaria: Il cast di "The Italian Job" offre interpretazioni apprezzate e indimenticabili. La performance di Michael Caine nel ruolo di Charlie Croker è superba: il suo carisma e il suo atteggiamento di "gentleman rapinatore" affascinano lo spettatore fin dalle prime scene. Il supporto attoriale di Benny Hill, Noël Coward e Maggie Blye contribuisce a creare un equilibrio perfetto tra azione e comicità. Grazie alle performance eccezionali, il film riesce a creare una chimica unica tra i personaggi, rendendo l'avventura ancora più coinvolgente. Colonna sonora iconica: Un elemento imprescindibile del successo di "The Italian Job" è la colonna sonora, composta da Quincy Jones. Il tema principale, conosciuto come "The Self-Preservation Society", è un brano orecchiabile e coinvolgente che si intreccia perfettamente con l'azione sullo schermo. La colonna sonora è diventata un'icona nella cultura popolare, rappresentando perfettamente lo spirito gioioso e travolgente del film. Conclusione: "The Italian Job" (1969) è un classico intramontabile, un film che ha saputo combinare un'azione dirompente, umorismo, una trama coinvolgente ed elementi distintivi che lo rendono unico nel panorama cinematografico. La sua eredità è duratura, influenzando generazioni di spettatori e ispirando registi nel corso degli anni. Se sei un appassionato di intrighi avvincenti e di un buon mix di avventura e comicità.
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